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martedì 23 aprile 2013

Ordine dei giornalisti, suona la campana dell'ultimo giro: o cambia o muore. Il manifesto di Liberiamo l'informazione

Il 19 e 26 maggio si vota per il rinnovo dei consigli regionale e nazionale dell'Ordine dei giornalisti. Le modalità elettorali fissate dalla legge, purtroppo, sono ancora quelle di 50 anni fa: non è previsto il voto elettronico e non si può votare per corrispondenza; bisogna recarsi ai seggi, peraltro allestiti solo nelle città capoluogo e in poche altre. E' un grave disincentivo alla partecipazione, una delle prime cose da cambiare se si vuole un Ordine professionale moderno, ma tant'è: oggi è ancora così. 

In Emilia-Romagna si potrà comunque votare anche il lunedì mattina, con il seguente calendario: domenica 19 e lunedì 20 maggio (primo turno); domenica 26 maggio e lunedì 27 maggio (ballottaggio). Oltre che a Bologna si potrà votare a Parma e Cesena.

Molti dentro e fuori il Parlamento, a cominciare da Grillo, e anche molti nostri colleghi, ritengono che l'Ordine sia diventato un organismo inutile e vorrebbero abolirlo. I giornalisti che, come me, fanno riferimento a Liberiamo l'informazione concordano con molte delle critiche, ma sono convinti che l'Ordine possa e debba ancora essere un presidio importante per la libertà e l'autonomia dei colleghi, per la dignità e la qualità della professione, per difendere uno dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione: il diritto dei cittadini di essere liberamente e correttamente informati. 

I giornalisti di Liberiamo l'informazione ritengono, tuttavia, che l'Ordine sia a un bivio decisivo: la campana ha suonato l'ultimo giro, o si cambia radicalmente o non avrà più ragione di esistere. Per questo chiedono il voto dei colleghi per portare avanti, dall'interno, la battaglia per la riforma e il cambiamento. Con il seguente manifesto programmatico:



I giornalisti italiani per la qualità e la riforma dell’Ordine


RIFORMA DELL’ORDINE E DIRITTO ALL’INFORMAZIONE
In maggio si vota per il rinnovo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. È in gioco il futuro di una categoria sotto attacco. Questo è il programma del gruppo Liberiamo l’Informazione, che si riconosce nell’obiettivo principale di arrivare al più presto a una riforma che sia ancora punto di partenza per un totale rinnovamento della categoria e per la protezione di uno dei diritti fondamentali garantiti ai cittadini dalla Costituzione.


La Riforma
L’Ordine ha 50 anni. Dalla prima legge del 1963 il mondo dell’informazione è cambiato: l’Ordine dei giornalisti è rimasto quello di quando c’era un solo canale tv, e Internet non esisteva. Restano validi i principi fondamentali della legge, la tutela dell’informazione e il diritto dei cittadini a essere correttamente informati. Il decreto Severino ha introdotto solo alcuni confusi elementi di novità. Una riforma radicale è urgente: etica e formazione sono i due punti cardine del nuovo Ordine riformato.

Giornalista è chi lo fa
La distinzione tra professionisti e pubblicisti va rivista. Giornalista è chi lo fa, rispettando le regole della deontologia. Pubblicista è chi non svolge l’attività giornalistica come principale fonte di reddito.

Accesso
L’obiettivo è quello di rendere unico l’accesso alla professione giornalistica. Si può sostenere l’esame dopo aver conseguito la laurea e in prospettiva il master in giornalismo. Va riconosciuto, a tutti i giornalisti che ne hanno maturato i diritti, l’accesso all’esame di Stato attraverso il ricongiungimento.

Scuole
Il Comitato Scientifico dell’Ordine ha avviato una rigorosa azione di controllo sulle scuole di giornalismo e sui master, che ha portato alla chiusura di 8 scuole su 20. L’impegno è di intensificare i controlli (le scuole portano all’esame 180 giornalisti l’anno, il 25,5% del totale nel 2012) garantire l’accesso che non può essere basato sul censo, studiare un’equa distribuzione sul territorio per dare risposta alle esigenze di formazione dei colleghi.

Riduzione dei costi
Oggi i consiglieri nazionali sono per legge proporzionali al numero dei giornalisti, 155 per 112mila iscritti all’Odg. Chiediamo la riduzione drastica del numero dei consiglieri, che oltre al taglio dei costi porterebbe a una maggiore operatività dell’organismo. E una ancor più severo controllo degli Albi: in Italia risultano iscritti
il doppio dei giornalisti degli Stati Uniti, ma soltanto un quinto (su 112 mila) ha un contratto.

Contro il precariato
Assieme al sindacato e agli altri organismi di categoria, l’Ordine ha avviato una serie di azioni contro la precarietà, che indebolisce il peso specifico della professione rispetto ai poteri forti dell’economia e della politica. Carta di Firenze ed Equo compenso: i primi passi di un impegno che va continuato su larga scala.

Formazione
Va istituito un Elenco dei Formatori e uno dei Commissari d’esame. La formazione è uno dei cardini del nuovo Ordine riformato.

Etica
Recuperare credibilità significa essere molto rigorosi sul rispetto delle regole. Va avviata un’azione a largo raggio, in sinergia con i Consigli regionali, per il rispetto delle Carte deontologiche e del buon giornalismo.

Candidature e incompatibilità
Vanno equilibrate le presenze di uomini e donne nei Consigli dell’Ordine, e va assicurata una significativa presenza di non garantiti. La carica di consigliere nazionale è incompatibile con altre cariche direttive in altri organismi di categoria. Vanno introdotti un limite al numero dei mandati, il voto elettronico, per garantire la
massima partecipazione al voto dei colleghi e il turno unico per risparmiare soldi ed energie.

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